La sussurratrice degli elefanti
Un cuore gigante in un piccolo corpo
Non ci sono compiti troppo ardui se l’amore è stato trovato e lo si fa vivere. Questo insegna la storia di Sangdeaun Lek Chailert, conservazionista tailandese.
“La sussurratrice di elefanti” come viene chiamata, pur essendo stata minacciata pesantemente e avendo contro le forze potenti del suo Paese, non ha mollato la sua lotta per proteggere e salvare gli elefanti. E’ riuscita a evitare che questi meravigliosi animali, in Tailandia, venissero brutalmente maltrattati, perché la sua forza nasce dal coraggio, e il coraggio lo ha trovato nell’amore; quell’amore che, come lei stessa dice: “Può domare, può guarire, può cambiare tutto!”.

Sangdeaun Chailert è nata nel 1961, in una tribù di collina, nel nord di Chian Mai. Per la sua altezza ha ricevuto il soprannome di “Lek”, che significa: “piccoletta”. Vivendo in un posto molto remoto, nella giungla, già da piccola ebbe la possibilità di connettersi con gli animali. Dato che suo nonno era lo sciamano del villaggio, ebbe anche l’opportunità di assisterlo nelle guarigioni e capì che non c’è differenza tra uomo e animale: “Tutti gli esseri vogliono stare bene”, dice Lek e aggiunge: “Non percepisco gli elefanti come degli animali, sono come persone, e quando parlo con loro, lo faccio come con ogni membro della mia famiglia”.

Questa unione così intima ha portato, però, anche tanto dolore nella vita di Lek, perché, purtroppo, non tutta l’umanità tratta gli animali come fa lei.
In Tailandia, soprattutto, gli elefanti, esseri maestosi, forti e anche molto sensibili, soffrono tanto: vengono sfruttati nel duro lavoro del disboscamento o nel settore del turismo. La giovane Lek, un giorno, sentendo le grida di alcuni elefanti in difficoltà, ha percepito, nell’intimo del suo cuore che salvare gli elefanti sarebbe stata la sua missione.
È stata il primo membro della sua tribù a studiare all’Università e, dopo la laurea, ha iniziato a fare una serie di lavoretti, mettendo da parte il denaro per salvare un elefante alla volta. Con la sua forza e determinazione è riuscita a fondare, nel 1996,
“l’Elephant Nature Park”, santuario e centro educativo per elefanti maltrattati, feriti e traumatizzati.
Oggi, grazie alla sua fondazione, “Save Elephant”, che riceve donazioni da persone di tutto il mondo, è in grado di sostenere oltre 90 elefanti e tanti altri animali come: cani, gatti, cavalli o bufali.

“Molti elefanti arrivano nel nostro parco in condizioni critiche; alcuni hanno perso l’equilibrio e difficilmente possono camminare, altri sono ciechi o non possono sentire”, dice. “I miei amici pensano che sia pazza a comprare elefanti in fin di vita, ma la mia unica regola è:
‘Salvare gli elefanti che hanno bisogno di aiuto’ ”.

Oltre ad occuparsi di tutto questo, Lek ha fatto un altro lavoro molto importante: ha portato alla luce le torture a cui vengono sottoposti, questi meravigliosi esseri, in Tailandia. Sebbene siano venerati come un simbolo nazionale, molti degli elefanti domestici del Paese vengono costretti a un rituale brutale chiamato: “Phajaan”, che significa: “schiacciamento della volontà”: i cuccioli vengono separati dalle loro madri, quindi legati in gabbie di legno e sottoposti a torture fisiche e psicologiche per essere addomesticati. Chi, come turista, sale sul dorso di un elefante, può essere certo di poterlo fare solo grazie a questa terribile tortura.
Con la telecamera nascosta, Lek, che non ha mai mollato, anche in pericolo di morte, ha filmato questo crimine e ha divulgato le evidenze in tutto il mondo. Inutile dire che, per le forze oscure del Paese, per alcuni politici e per i sostenitori dell’industria del turismo tailandese, questa donna, alta un metro e mezzo è diventata un grande nemico dello Stato.
“Nel momento in cui volti le spalle ad un problema e dici: ‘Non posso’, è finita!”, dice Lek. “Ma io non posso arrendermi. Se c’è un problema, esiste anche la soluzione!”. Grazie a lei, queste attività terribili, oggi non sono così comuni come lo erano dieci anni fa.
“Una cosa che amo tantissimo degli elefanti è che trasmettono la loro energia positiva”, dice. “Anche se sono stati abusati, si avvicinano sempre alle persone; non dimenticano, ma perdonano!”.

Per concludere non possiamo che usare, ancora una volta, le parole di questa donna, gigante di compassione, madre di tutti gli elefanti:
“Non importa se ci sono delle persone che mi odiano; io stessa non riesco a odiare, posso solo mostrare amore”.
Per chi ha volontà di essere d’aiuto a questo angelo in forma umana può visitare la sua pagina FB e magari contattarla e DONARE anche solo un piccolo sostegno.
A cura del
Team l’orto lieto