Le irrinunciabili erbe aromatiche
Le irrinunciabili erbe aromatiche
Si sa, portare avanti un matrimonio, non è un gioco da ragazzi:
“Eravamo troppo diversi!!!”,
“Siamo troppo simili!!!”.
Eppure, alcuni matrimoni sono un vero trionfo fin dal nascere: pensate alle patate, quando entrano trepidanti in un forno caldo, accanto al rosmarino…è per sempre;
al pomodoro quando si distende sereno vicino al basilico su un letto di pane e olio…è amore eterno;
al prezzemolo…beh, quello è un po’ farfallino…si sposerebbe con chiunque!
Ebbene, oggi, sull’altare ci sono le erbe aromatiche!
Qui, a “l’orto lieto” crescono a più non posso e sembrano ricordarci che, in fondo, il segreto è capire con chi associarsi, scegliere la buona compagnia.
Bene! Mettiamoci all’opera, perché oggi si tratta di capire come far saltellare allegramente nel vostro giardino, terrazzo o balcone che sia, tutte queste bontà che non vedono l’ora di accasarsi con i vostri cibi…per sempre.
Nello scegliere l’angolo da dedicare alla coltivazione di piante aromatiche ed anche medicinali, perché no… dovremo porre attenzione a individuare quello meno esposto a fonti di inquinamento: gas di scarico di automobili che transitano su strade vicine, trattamenti chimici eseguiti su frutteti e coltivazioni confinanti…insomma tutto ciò che è nocivo.
Sole, vento e tipo di terreno sono le parole-chiave per fare una scelta accurata del luogo ideale: in che senso?
Eccoci pronti, abbiamo studiato:
esposizione al sole: alcune piante sono eliofile, parola che significa semplicemente: “innamorate pazze del sole”, hanno bisogno di crescere in zone esposte alla luce del loro amore per molte ore al giorno; altre, invece, sono affascinate dal mistero del chiaro-scuro, vegetano bene solo in ombra o penombra;
esposizione al vento: quasi tutte le aromatiche non amano farsi scompigliare i capelli dal vento, dunque ricordiamo di coltivarle in luoghi riparati, ciò assicura, tra l’altro, anche una certa protezione dal freddo;
tipo di terreno: anche le piante fanno i conti con le loro paure e quella che proprio non le lascia in pace è il ristagno d’acqua, quindi scegliamo, sempre, terreni ben drenati: l’eccessiva umidità, infatti, oltre a facilitare lo sviluppo di malattie crittogamiche, malattie parassitarie, compromette la qualità aromatica e medicamentosa delle piante.
I passi necessari per una coltivazione da 10 e lode.
Diciamo: “No, grazie!” alle erbacce che, oltre a privare di elementi nutritivi le piante, possono provocare il soffocamento (e questo non sia mai detto!) delle radici e il ristagno idrico.
Domanda: quanti secondi potremmo resistere con un cuscino pigiato sulla faccia?! Vabbè, non ci pensiamo! Ricordiamo, però, che la terra, come tutti noi, ha bisogno di respirare quindi sono molto gradite le frequenti zappettature che facilitano anche il drenaggio dell’acqua.
Controlliamo periodicamente che le piante siano sfavillanti di salute in modo da riuscire a intervenire prontamente in caso di attacco di parassiti.
Le arbustive, a volte, sono un po’ giù di corda, aiutiamole con tutori e sostegni. Non sapete quanto ci saranno grate!
Controlliamo lo sviluppo di cespugli, siepi o cespi con opportune potature.
Ancora un: “No, grazie”! va detto, senza rimpianto, a rami secchi, foglie morte, fiori appassiti. C’est la vie!
Ad una certa età, la presenza frizzante dei giovani aiuta ad andare avanti, è pensiero comune anche tra le piante quindi provvediamo per tempo ad affiancare esemplari giovani alle perenni più vecchie.
Alla fine della stagione vegetativa, sarà tempo di pensare all’inverno, dunque predisponete un angolino rassicurante per le vostre erbe; estirpate le annuali morte; potate e pacciamate (che parola buffa!) con paglia la base di biennali e perenni, in modo che le radici rimangano protette dal gelo; per evitare che alcune piante battino i denti tutto l’inverno, ritirate all’interno quelle freddolose, sì, quelle che non sopportano le temperature basse, in questo modo non staranno sempre a chiedervi sciarpa e cappello!
Sempre a fine stagione vegetativa, private delle infiorescenze con i semi quelle piante, per esempio il finocchio, che altrimenti si auto seminerebbero da sole, provocando fenomeni di infestazione.
Con l’arrivo della primavera ripetete la lavorazione del terreno anche in prossimità delle piante biennali o perenni, praticando anche una leggera concimazione con composto o letame maturo.
Tutti pronti: è tempo di raccolta!
Nelle vene di alcune piante circola così tanta generosità che possono essere raccolte praticamente lungo tutto il corso dell’anno, è il caso, ad esempio, del rosmarino e della salvia. Per altre occorre fare particolare attenzione a effettuare la raccolta quando in loro è maggiore la concentrazione di proprietà aromatiche e la pianta può sopportare l’operazione senza risentirne; non è che siano meno generose, semplicemente sono più introverse, bisogna “cogliere”, è proprio il caso di dire, il momento giusto!
Conservare senza dubitare.
Staccare direttamente dalla piantina una foglia di… qualsivoglia bontà, e gustarla subito su una pietanza, è un piacere che tutti conosciamo e prevede una fatica pari a zero. Tutt’altra attenzione richiedono invece le erbe destinate alla conservazione: in tre momenti bisogna desistere dalla voglia di raccoglierle: al mattino, dopo il salutino con la rugiada, al seguito di una bella pioggia o dopo l’annaffiatura: l’eccessiva umidità può dar luogo a fermentazioni e deterioramento.
Ma, allora…quando cogliere l’attimo fuggente?
Il momento più propizio è al mattino, quando la rugiada si è congedata e il sole non è ancora troppo forte, oppure, seconda chance, nel tardo pomeriggio. È bene non lavare in acqua, se proprio non necessario, le parti che si desiderano conservare, perché se ne diminuisce la proprietà aromatica o medicinale. Meglio piuttosto tamponarle delicatamente con un panno umido.
Ora sono pronte per una delicata abbronzatura, l’essiccazione: durante la raccolta, scartate le piante o le parti morte o colpite da malattie. Lasciate che il sole si conceda quel breve tempo per abbracciarle un po’, tempo necessario per non alterarne i principi attivi e, nel caso usiate forni, è bene non superare mai la temperatura di 30-35 °C per le parti aeree e di 50-60 °C per radici e rizomi.
Se il sole è in pausa caffè, e l’idea del forno non vi solletica neanche un po’, lasciate le erbe in locali ombrosi, ventilati e asciutti, nei quali vi sia una temperatura costante di 20-30 °C che, nella stagione fredda, potrà essere mantenuta con l’aiuto di termosifoni elettrici o ventilatori ad aria calda.
Ricordate che ognuno ha i suoi tempi: in genere, per l’essicazione, radici, fusti e cortecce richiedono 15-20 gg; le foglie: 8-10 gg e i fiori: 3-4 gg.
Le parti come rizomi e radici devono essere accuratamente pulite ed eventualmente tagliate a pezzi (4-5 cm) prima di essere sottoposte al procedimento di conservazione. Se si tratta di fusti o steli con foglie e fiori sarà meglio raccoglierli in fasci lenti e lasciarli appesi “a testa in giù”, vedere il mondo sotto-sopra è uno dei loro giochi preferiti!
In alternativa, si può stendere il prodotto in strati di 3-4 cm su graticci, rigirandolo più volte nel corso del processo perché si essicchi in modo uniforme e si evitino fermentazioni.
Quando inizieranno a scricchiolare tra le dita, potrete ritenervi soddisfatti, le erbe saranno perfettamente essiccate.
A quel punto, vasetti in terracotta o vetro, chiusi ermeticamente, sacchetti di carta, scatole di cartone o latta, posti al riparo da luce e umidità, saranno il luogo ideale dove attendere pazientemente il giorno in cui andare in missione per rendere felici anche i palati più raffinati.
Ricordate di non farvi prendere troppo dall’entusiasmo, eccedendo nelle quantità di prodotto da essiccare poiché, con l’invecchiamento, le proprietà aromatiche svaniranno.
Se preferite congelare, sarà sufficiente pulire le erbe con un panno umido, avvolgerle intere in fogli di polietilene
(al momento dell’uso le sbriciolerete facilmente) oppure utilizzare sacchetti appositi per la conservazione nel freezer o, ancora, usare vasetti di vetro.
Ora non resta che celebrare tutti questi matrimoni!
“In salute e in malattia.
In ricchezza e in povertà.
Ora lo sposo può baciare la sposa”!.
Attentiiiiii…. la sposa sta per lanciare il bouquet!!!
a cura del
Team l’orto lieto