Se son rose…fioriranno!
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Se son rose…fioriranno!

Come non rimanere rapiti
dall’eleganza di un tulipano,
dalla leggerezza di una margherita,
dalla magia di un’orchidea… Eppure tutti, forse,
conosciamo quella sottile gioia
che emerge vibrante nel ricevere una rosa o nel donarla.
Chissà perché, ma la rosa
sembra avere qualcosa in più,
forse perché si erge regale,
di quella regalità che tutto silenzia.

 

 

Ed ora chiudete gli occhi
per un attimo… su… solo per un attimo,
lasciatevi prendere per mano: stiamo per condurvi
nel nostro grande giardino, qui, a “l’orto lieto”,
dove le rose
vengono a trovarci ogni anno:
gialle, bianche, rosse, viola… sempre numerose,
sempre in ghingheri per la festa,
sempre regine da ammirare.

 

 

Ora accomodatevi sulla terra fresca,
nel giardino, lasciate che il profumo
di ognuna vi conquisti e ascoltate la loro storia:

 

 

le rose moderne traggono origine
da ibridazioni di rose spontanee,
specie portate dall’Asia sul finire del XVIII secolo
e specie coltivate soprattutto in Francia.
Particolarmente importanti,
in questi giochi di incroci,
risultano le rose cinesi di colore giallo,
colorazione sconosciuta in Europa prima del suo arrivo,
e dal profumo intenso,
capostipite delle rose Tea e Sempervirens,
quest’ultima molto profumata,
ma a fiori bianchi.
Si è partiti da qui, e con una serie continua di incroci,
si sono ottenuti fiori
sempre più grandi e sempre più profumati.

 

 

Ed ora lasciamo spazio alle presentazioni.

 

Tea ibride
Una sottile colonna vertebrale,
il loro lungo stelo, sostiene il fiore principale
ed altri secondari di medie-grandi dimensioni.
Non contraggono facilmente malattie,
sono facilmente coltivabili e hanno
un ciclo vitale lungo…abbastanza.

 

 

I petali di questa specie
sembrano non finire mai
e ospitano un bocciolo
che non vede l’ora di farsi notare: erge fiero
tra l’accogliente corona di petali.
E, come sulla tavolozza di un pittore,
i tanti colori e le loro sfumature
si susseguono “friccicosi” in attesa di essere usati,
così appaiono dalla terra queste rose,
desiderose di esprimersi così, come sono.

 

 

Polyanta
Antico gruppo di rose rifiorenti
con fiori di piccole dimensioni:
in piacevole compagnia
si sentono decisamente meglio,
infatti sono sempre riuniti in mazzi.
Tanti rosai, cosiddetti “nani” tutti da ammirare,
molto fioriferi e dalla rigogliosa vegetazione,
sono nati dall’ibridazione di questo gruppo con Tea.
La piccola pezzatura del fiore è compensata
dalla tendenza a generare rami
che garantiscono una fioritura costante,
da maggio a novembre.

 

 

Floribunda
Floribunda… oh oh …fa rima con Rosamunda,
“più ti guardo e più mi piaci” proprio come questi rosai!
Apprezzati in ogni dove, sono derivanti
da un incrocio tra ibridi di Polyanta e ibridi di Tea.
Hanno portamento a cespuglio
e fiori di media grandezza riuniti a grappoli.
I fiori sbocciano abbondanti,
uno a rincorrere l’altro,
in un gioco che inizia verso giugno
e prosegue per tutta l’estate fino a ottobre,
per assicurare sempre un grande effetto decorativo.

 

 

Rose a cesuglio
Sottovalutare tanta bellezza sembra impossibile,
eppure anche con le rose
si può incappare in questo errore:
è il caso del gruppo a cespuglio:
a volte si pensa non sia adatto ai giardini moderni
in cui si agevola
una crescita “naturalmente” confusa delle piante.
Si tratta invece di rosai incantevoli,
che annoverano sia varietà rifiorenti
sia varietà con una sola fioritura.
Il fiore può avere dimensioni grandi, tipo Tea,
o più piccole, tipo Floribunda.
Principalmente si suddividono
in ibridi di Rosa eglanteria e ibridi di Rosa moschata.
Come lucertole
adorano ricevere il sole a piene mani ma,
al sopraggiungere del freddo, nessun timore,
resistono temerarie e in piena salute.

 

 

Rampicanti sarmentose
Rampicanti, sì, ma solo con l’aiutino di un essere umano
che le guidi su pergolati, reti e recinti;
in realtà, la loro natura è quella di spandersi
sul terreno piegate dal loro stesso peso.
Come spettacolari fuochi d’artificio, in primavera,
guizzano in su sviluppandosi, numerose, a tutta velocità.
Nessun giardino, terrazza o balcone
che si rispetti dovrebbe perdere l’occasione
di vestirsi di queste rose che,
adeguatamente sorrette, si tramuteranno
in un magnifico arredo da poter utilizzare
anche su pergolati, muri, tralicci, tronchi di albero.
Queste rose sono disposte
anche a rinunciare ai sostegni
ed esprimersi in piena libertà: si formeranno, allora,
grandi arbusti e siepi fiorite,
particolarmente utili per l’ornamento di scarpate,
muretti e giardini rocciosi.

 

 

Ibride rifiorenti
Ed eccole qui, le prime rose moderne,
i cui primi vagiti risalgono a metà del 1800,
vagiti ottenuti incrociando
varietà di Rosa damascena, Rosa bengalina e Bourbon.
Oggi sono poco diffuse,
eppure sul finire del XIX secolo
erano delle vere celebrità: ne venivano coltivate,
con successo, oltre 3000 varietà.
Hanno fiori grandi, generalmente doppi,
e fioriscono una prima volta in primavera,
poi all’inizio dell’estate, e, perché no,
anche all’inizio dell’autunno,
seppure con fioritura modesta.

 

 

Rosa ad alberello
Sotto questa forma che toglie il fiato,
c’è tutto un programma
che richiede l’ausilio di tre piante differenti:
una prima rosa dalla radice forte
che presta il cosiddetto “piede”;
una seconda varietà dal tronco aitante
che ha la funzione di sostenere il tutto;
infine una terza, la più bella del reame,
che fa da “prestachioma”.
La fusione mediante innesto
di questi tre elementi
origina la rosa ad alberello
che ha il solo scopo
di incantare chiunque le capiti a tiro.

 

 

Lillipuziane
Come i minuscoli abitanti
dell’immaginaria isola di Lilliput
ne “I viaggi di Gulliver”
anche queste rose hanno un’altezza ridotta:
circa 50 centimetri e fiori del diametro di 2,5 centimetri;
si tratta di varietà ottenute dall’ibridazione
di un’antica rosa cinese.
Per sfidare il detto: “Altezza mezza bellezza”,
alla bassa statura le lillipuziane
contrappongono una vegetazione compatta
e foglie ben conformate, così come i fiori,
pieni di grazia, che compaiono in abbondanza
dalla primavera ai primi freddi.
Le loro dimensioni le rendono perfette
per bordure basse, piccole aiuole multicolori,
vasi e fioriere su balconi e terrazzi,
e persino in appartamento.

 

 

Le rose antiche
Spesso, il profumo di una rosa,
cattura e può delicatamente stordire,
ma la fragranza che emanano
le rose cosiddette “antiche” è così inebriante
da renderle davvero uniche.
Siamo al: “Dulcis in fundo!”.
Esse non presentano particolari esigenze
e vegetano bene sia in posizioni luminose,
distanziando un esemplare dall’altro,
sia in associazione con altri arbusti.
Queste rose fioriscono una sola volta,
a fine primavera.
Sono delle vere “star”: il profumo dei loro petali,
è così intenso e affascinante da essere distillato,
venduto a cifre da capogiro
e amato da tutti coloro che
sanno cogliere il mistero ovunque,
anche tra i petali di un fiore.

 

 

Il tour virtuale termina qui,
ma vi aspettiamo a braccia aperte,
dal vivo, dove, ad accogliervi,
troverete…infinito profumo di rose.

 a cura del
Team l’orto lieto

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