Felice e sereno Natale
Il dono racchiuso in un minuto
In una baita di montagna, vicino ad un grande camino, in cui il fuoco generoso si offriva, vi era un antico orologio fissato alla parete.
Era rimasto lì, immobile per anni, senza concedersi alcuna distrazione, neppure la vista delle sue lancette, che inesorabilmente si muovevano alla perfezione.
Quella mattina la neve cadeva, più gioiosa che mai, ed ogni fiocco si era agghindato per l’occasione: era la Vigilia di Natale!
Nella casa i preparativi fremevano: gli ultimi regali chiedevano, impazienti, almeno un nastro rosso o dorato da apporre sulle loro teste così da rendere tutti i bambini più felici; il cibo, nel frigo, non vedeva l’ora di essere amorevolmente toccato, deliziosamente condito, messo al calduccio, magari nel forno, per poi donarsi, al centro del grande tavolo; c’era nell’aria un festoso senso di attesa che avvolgeva, in un unico gesto, il villaggio più vicino, al continente più lontano.
L’orologio continuava a fare il suo lavoro, ora dopo ora, indisturbato.
I fiocchi di neve avevano lasciato il posto ad un numero incalcolabile di stelle e, ora, la volta celeste, era la perfetta cornice di una notte felicemente incantata.
Mancava un minuto… e… sarebbe stata mezzanotte.
In quell’istante, proprio quel Minuto, all’interno dell’orologio, sentì qualcosa di inspiegabile dentro, un richiamo così potente da non potersi sottrarre. Con uno slancio atletico uscì dalla sua ora… le lancette sbigottite fecero un saltino, ma nessuno lo notò.
Il Minuto della notte di Natale mise le ali ai piedi e incominciò a volare, libero e gioioso.
Intanto…era arrivata la mezzanotte.
Dopo tanta vita sedentaria, volava così velocemente da poter sentire, in breve tempo, scambi gioiosi di auguri in tutte le lingue del mondo.
Ovunque le persone offrivano doni: giocattoli, sciarpe, cappelli, libri, gioielli, dolcetti…
“Ma io non ho niente”, mormorò tra sé.
Quel pensiero lo aveva rattristato, ma…
“Posso offrire me stesso!” esclamò, di nuovo felice.
E incominciò a donarsi, senza riserve, a chiunque nel mondo chiedesse: “Un minuto”.
“Mamma, mi dai ancora un minuto per giocare?”.
“Solo un minuto di pazienza!”.
“Posso avere un minuto per spiegare?”.
E lui era lì, pronto.
Ad un tratto, però, sentì che aveva lasciato tutto il suo mondo, la sicurezza, la protezione, l’attaccamento all’orologio, alle lancette… spinto da qualcosa di più grande…
ed ora, in quella notte speciale, voleva offrire di più.
“Ma cosa?!”.
All’improvviso, tolse le ali ai piedi e… lui stesso si fermò per un minuto.
Rimase lì, semplicemente fermo, semplicemente solo con se stesso, in uno spazio misterioso, in cui neppure quelle stelle luminose potevano entrare.
Wow! Che straordinaria Bellezza! Che Felicità!
Ora era tutto chiaro!
“E’ questo il regalo più bello!”. “Un minuto per stare da soli con noi stessi!”.
“Ma come arrivare, prima che finisca la notte di Natale, a tutti gli esseri della Terra? E come convincerli che non c’è dono più prezioso?”.
Giunse, con amore, le sue piccole manine e, pieno di fede, volse lo sguardo al cielo.
E le stelle stavano a guardare… “Noi! Ti aiuteremo tutte noi!”. Gridarono in coro.
“Raggiungeremo ogni abitante della Terra, ognuna sceglierà un cuore in cui entrare, e dolcemente sussurreremo queste parole:
‘Qualunque cosa tu stia facendo in questo istante, fermati, ti prego. Resta un solo minuto totalmente solo con te stesso e… riceverai un dono che non potrai mai dimenticare ’”.
E fu così che in quella notte, sulla Terra, per un minuto, tutto si fermò, dentro un profondo silenzio, avvolto da un’indicibile Felicità.
Oh, caro lettore… in questa notte di Natale, lascia che una stella ti raggiunga e concediti il regalo più prezioso.
A cura del
Team l’orto lieto