Occhi per vedere e cuore per apprezzare
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Occhi per vedere e cuore per apprezzare

All’alba di un giorno, che sembrava proprio uguale a tanti altri, un contadino si svegliò per recarsi, ancora una volta, come faceva da anni, nel suo campo.
Era già stanco. Ogni singola parte del corpo, portava le memorie della fatica dei tanti mattini precedenti.

 

Nella sua mente alcune parole incominciarono a rimbalzare frenetiche: preparare il terreno, procedere alla semina, trapiantare i bulbi, irrigare, fertilizzare, potare, raccogliere…
“Basta!”, gridò, ancora seduto sul bordo del suo letto.
“Vendo tutto!”.

 

Tante volte quel pensiero era andato a fargli visita, ma poi si era allontanato, senza neppure salutare… eppure, quella mattina, il contadino sembrava intenzionato a rincorrere quelle parole, ormai diventate un vortice, da cui si sentiva risucchiare.

 

Per vendere aveva bisogno di un annuncio.
Sapeva bene di non essere in grado: quelle dita, conoscevano tutti i segreti di una zolla di terra, ma raramente avevano incontrato una penna e un foglio bianco.
“Il poeta!”, esclamò. “Mi rivolgerò a lui!”.

 

Il “poeta” era il suo vicino di casa, così soprannominato perché era un uomo di rara sensibilità e, ogni volta che parlava, sembrava ispirato da… qualcosa.
Di fronte allo stato visibilmente provato del suo vicino, il “poeta” accettò.
Dopo essersi recato nella tenuta del contadino e aver osservato tutto con attenzione, tornò a casa, prese un foglio e scrisse:
“Vendesi ampio terreno in zona pianeggiante recintata, con generosa parte di superficie seminabile, saggiamente esposto ai raggi del sole, stretto nell’abbraccio senza fine di alberi da frutto, vigneti e ulivi secolari, ospitante giovane e frizzante ruscello, un fiume regale, un pozzo dall’animo profondo, e di notte avvolto dal calore rassicurante di un manto di stelle”.

 

Dopo aver consegnato il foglio al contadino, il “poeta” partì per un lungo viaggio, programmato da tempo.
Quando fece ritorno, mosso dalla curiosità, si recò subito nella tenuta per fare la conoscenza del suo nuovo vicino.
In lontananza, vide il corpo di un uomo ricurvo sulla terra, stava piantando qualcosa: ogni gesto era una delicata carezza, data e ricevuta.
Ad un tratto lo riconobbe: era il suo vicino di sempre.
“Sei ancora qui… nella tua tenuta?! Cosa ti ha trattenuto?!”.
“La Bellezza…vista attraverso i tuoi occhi”.

 

Morale della favola:
La perseveranza è la giusta determinazione a non mollare!
Qualsiasi siano gli impedimenti che si manifestano nella nostra vita, dobbiamo tener duro!
È fondamentale rimanere fermi sui nostri passi e non assecondare quell’istinto a scappare via o correre verso altro.
Un passo dopo l’altro ci porterà di certo alla meta.
Dobbiamo essere forti e resistere alla tentazione di coinvolgersi con diversivi perché non ne vale la pena.
Se perdiamo l’impeto della nostra iniziale aspirazione sarà poi dura superare il momento.
È bene imparare ad apprezzare ciò che si ha prima che sia tardi.
In un mondo che ci ha insegnato a desiderare sempre qualcosa di altro, di nuovo, di più bello ecc. è facile non dare il giusto valore a ciò che si ha già.
Siamo tutti invitati a riflettere su quanto sia fondamentale, in questo momento, in cui siamo sopraffatti da ciò che ci circonda, rimanere fermi e sempre più centrati a navigare sicuri con le mani ben salde sul nostro timone.
Ricordiamoci che quando incontriamo gli scogli la terra è vicina!
Facciamoci allora sostenere dalle care amiche perseveranza e apprezzamento.

A cura del
Team l’orto lieto

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