Il magico Natale e i vari retroscena
Il Natale un momento che richiama felicità, in cui ci si riunisce con la famiglia, si scambiano regali.
Spesso la magia del Natale viene vissuta invece come momento di forte stress, così alto che molti studi scientifici hanno rilevato un aumento della mortalità per cause cardiovascolari derivanti dallo stress mentale emotivo e fisico.
Questo è un fenomeno molto diffuso, ma colpisce tutti quanti? Quali sono i fattori che scatenano questo fenomeno?
L’era della disattenzione
Vivere una vita frenetica, incentrata sul fare-fare-fare, ci allontana dal contatto con noi stessi. Il continuo coinvolgimento con dispositivi e social network, le attività che svolgiamo in modalità multitasking, il bombardamento di informazioni a cui siamo sottoposti, sono condizioni che generano dissipazione dell’attenzione.
È sempre meno comune l’abilità di focalizzarsi su un unico compito, si è sempre distratti da notifiche, chiamate o messaggi, si pensi che mentre si sta facendo un attività, come scrivere una mail, leggere un libro o fare un lavoro manuale e ci si ferma per controllare una notifica o rispondere al telefono, si impiegano in media 23 minuti per tornare con la stessa focalizzazione all’attività precedente.
Il sistema delle notifiche, i like sui social, un messaggio che riceviamo crea un innesco dopaminico. La dopamina chiamato anche l’ormone del piacere e della ricompensa, crea una sensazione di piacere e ci spinge a rinnovare lo stimolo che ci ha fornito il piacere, entrando in quello che si chiama dopamine-driven feedback loop, che ci porta a prendere il telefono in mano in media 1 volta ogni 4 minuti, creando una costante frammentazione dell’attenzione, una assenza di focus e presenza.
Pensiamo che questa sia l’era del iper-produttività ma in realtà studi dimostrano che perdiamo circa il 90% della nostra produttività in perdite di tempo, rispetto al obbiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere, ogni distrazione durante l’arco di un’attività ci rallenta del 30%.
Mancanza di Attenzione genera stress e tristezza
Una mente distratta è una mente stressata, che crea uno stato di tristezza, generando ruminazione, emozioni negative e insoddisfazione. Uno studio di Harward, pubblicato su varie riviste scientifiche, afferma che “A wandering mind is an unhappy mind”, (Una mente distratta è una mente infelice) nel momento in cui si è distratti si attiva un’area cerebrale chiamata Default Mode Network.
Questa area è legata alle capacità cognitive, le sue funzioni sono di accedere ai ricordi della propria vita, memoria episodica e autobiografica, rispecchiare sugli stati mentali propri e altrui, provare emozioni rispetto a situazioni sociali che riguardano sé stessi o gli altri, valutare le reazioni proprie e degli altri in alcune situazioni emotive.
La Default Mode Network è fortemente collegata e relazionata con la funzione psichica che chiamiamo ego, dal quale per grande parte si sviluppano processi di pensiero incentrato su me in relazione a gli atri, su me in relazione a come vorrei essere attraverso memorie di passato e proiezioni di futuro, che creano forte stress e tristezza.
La focalizzazione crea benessere
Quando si è focalizzati su un compito, quando si è presenti a noi stessi, l’area della default mode network o DMN si attenua fino a spengersi, studi in laboratorio attraverso strumenti di imaging Fmri, hanno dimostrato come l’immersione totale in un compito, in uno stimolo o in una situazione, porti la DMN a spengersi, permettendo a diverse aree del cervello di comunicare tra di loro, creando un vero è proprio potenziamento cerebrale e la strutturazione di nuovi network e pattern neuronali, cosa non possibile attraverso la DMN, in quanto essa tende ridurre le funzioni cerebrali per una funzione chiamata economia cognitiva facendo comunicare aree del cervello che sono facilmente già collegate tra loro e ripetendo a loop sempre gli stessi pattern di pensiero.
Attraverso tecniche di presenza o attraverso la meditazione, la DMN si spenge, questo fa si che l’ansia sparisce, Il cortisolo, l’ormone dello stress, sparisce, il sistema nervoso si resetta, le distrazioni spariscono, si ha accesso a più informazioni, aumenta il pensiero laterale e la propensione al rischio ed è più facile uscire dalla propria comfort zone, avviene anche una modificazione del senso di autocoscienza, ci dimentichiamo del senso di me, ci immergiamo nel compito, siamo tutt’uno con ciò che c’è, avviene un’alterazione del senso del tempo che scorre in modo diverso, si genera un senso di appagamento intrinseco (autotelico), quello che stiamo facendo ci dà soddisfazione profonda, nel nostro cervello vengono rilasciati neurotrasmettitori e ormoni come la dopamina, la serotonina e l’epinefrina che generano forte benessere fino ad arrivare a stati di forte estasi.
Lo stress Natalizio può colpire solo coloro che sono già sotto una dose di stress, chi invece ha una presenza mentale avendo una capacità di resilienza più elevata, può resistere benissimo agli stressor del Natale.
Di seguito vediamo quali sono i principali stressor che caratterizzano le festività natalizie.
L’idea di essere felici
Il Natale è una festività carica di emozioni, le luci, i suoi colori gli addobbi, lo stare in famiglia, lo scambio dei regali, richiama nella mente un idea felicità, un momento in cui essere felici o quanto meno in cui si dovrebbe essere felici. Questa idea di come dovremmo sentirci moltissime volte entra in conflitto con ciò che invece proviamo, non ci sentiamo come pensiamo dovremmo sentirci, questo crea una condizione chiamata anedonia ovvero l’incapacità, di provare soddisfazione, appagamento o interesse, per attività che riteniamo che invece dovrebbero darcene, si entra così in conflitto con noi stessi, cercando di imporre o ricercare uno stato d’animo che invece non c’è. Persiste un senso di inadeguatezza nel non riuscire a provare quello che il momento suggerisce ed in più ci si sente anche in colpa
Il passato ci condiziona
In ricorrenze come il Natale possono riproporsi sentimenti o emozioni che poco hanno a che fare con quel periodo ma che invece sono legati ad eventi del passato che non è stato possibile rielaborare. Il Natale è una festa che richiama lo stare insieme, l’unione con la famiglia, molto spesso sale la nostalgia per coloro che non ci sono più o di cosa avevamo che ora non abbiamo più.
L’ambiente che ci circonda
I cambiamenti di luce e buio e l’accorciarsi delle giornate possono agire sulla produzione di serotonina, neurotrasmettitore che regola l’umore, e sulla melatonina, alternando i naturali ritmi biologici, riducendo il sonno ristoratore e quindi il benessere psicologico. L’ambiente natalizio, fatto di colori accesi, luci che si accendono e si spengono e la ripetizione costante delle stesse musiche, che avvolte si sentono già molto prima di entrare in clima natalizio, possono infastidire la persona. Il sovraccarico cognitivo, dato anche dalla ripetizione costante degli stimoli, come la musica natalizia, amplifica la situazione di stress al quale si è già sottoposti. La musica natalizia richiama anche emozioni nostalgiche a cui si lega tutto il passato affettivo familiare.
Il cibo che Mangiamo
A Natale aumenta il consumo di cibi zuccherati e l’utilizzo di alcool. Gli zuccheri tendono ad avere un effetto infiammatorio sul nostro organismo agendo sia sullo stato endocrino sia sul sonno. L’effetto infiammatorio di un’assunzione elevata e prolungata di zuccheri agisce anche sul nostro umore, infatti gli ormoni infiammatori possono spingere il cervello generando ansia e depressione.
La presenza mentale genera una forte resilienza e quindi la capacità di affrontare con successo momenti di forte stress. Sviluppando una mente presente, consapevole, potremmo vivere ogni festività come una celebrazione della felicità.
A tutti i nostri cari lettori Sereno e Felice Natale
a cura del
Team l’orto lieto