Come cambierebbe il mondo, se tutto ciò che viene offerto su di un tavolo fosse realmente visto come dono del divino?È questa la domanda, sorta spontanea, quando sul nostro tavolo è arrivato un delizioso fico venuto dritto dritto dal nostro orto.
C’è un momento per ogni cosa ed ora, è quello dei fichi, anzi è il loro secondo momento, dopo la prima raccolta, all’inizio dell’estate.
Il solo fatto di offrire, due volte l’anno, i suoi apprezzatissimi frutti è già una meraviglia, per non parlare di quel gusto unico, zuccherino al punto giusto, succulento e carnoso. Sapore che raddoppia la sua bontà se si ha la fortuna di coglierlo da un albero e gustarlo in men che non si dica.
I fichi hanno un alto valore nutrizionale: sono ricchi di proteine, antiossidanti (rallentano il processo dell’invecchiamento), lipidi, potassio, fosforo, calcio, ferro, oligoelementi, fibre solubili e insolubili ed in più contengono molta vitamina C, A e B.
La pianta del fico fu ritenuta, sin dall’antichità, una delle piante più sacre; anzi, probabilmente, la più sacra.
Nella mitologia greca il nome della pianta deriva da quello di una giovane ninfa, Siche o Syke, i cui genitori furono i capostipiti del mondo vegetale.
Anticamente si narrava che ogni albero fosse abitato da una divinità che si prendeva cura della pianta. Il fico era considerato un frutto sacro a Dionisio, dio dell’ebbrezza e del risveglio, e a Priapo, dio della fecondità.
Un’altra leggenda (sempre proveniente dall’antica Grecia) narra che il fico nacque dalla Madre Terra quando il titano Siceo, la versione maschile di Siche, per sfuggire alla furia di Zeus si rifugiò da lei.
Andiamo più vicino geograficamente… nell’antica Roma questo frutto era considerato l’albero sacro a Saturno e si riteneva che fosse portatore di fertilità e benessere. Secondo la leggenda, fu proprio un fico a bloccare la cesta che conteneva Romolo e Remo quando furono abbandonati nel Tevere, motivo per cui, quest’albero rappresenta la fondazione di Roma.
Questo squisito frutto ha un ruolo importante anche nella mitologia egiziana: era, infatti, considerato addirittura come albero cosmico. Simboleggiava l’immortalità, era l’albero della vita!
Nella Bibbia, viene citato 34 volte, non esiste un’altra pianta che viene nominata di più, neanche la famosa mela del paradiso!
Nel mondo islamico si ritiene che il fico abbia un potere spirituale, cioè arrechi una certa “baraka”, letteralmente “benedizione”.
Infine, in India, il Ficus “bengalensis” ed il “Ficus religiosa” (in sanscrito Pipal o Aśvattha) sono ritenuti gli alberi sacri rispettivamente di Vishnu e Shiva.
E fu proprio sotto un albero di fico che il principe Siddharta raggiunse il risveglio e divenne infine il “Buddha”.
Lietissimi, qui a “l’orto lieto”, di aver dedicato spazio a questo leggendario frutto!
Lunga vita all’albero sacro, il fico, l’albero della vita!
a cura del
Team l’orto lieto