La festa di oggi, la fienagione!
La primavera è stata fresca, con giorni piovosi, alternati a giorni dolci di sole.
Tutta la natura si è abbeverata e saziata.
Gli alberi sono fronzuti, di un verde brillante, la loro ombra è fresca e ristoratrice.
Tra i rami, vivono la loro scintilla di vita, uccelli inebriati, ghiandaie grasse come gallinelle, merli, picchi che suonano il tamburo, usignoli notturni, grilli e cicale che si alternano in base all’ ora e alla temperatura nel concerto della Divina energia, che si glorifica.
Mammiferi e rettili più silenziosi popolano il sottobosco dove trovano rifugio, ma ogni tanto, uscendo dalle radure, danno indizio della loro presenza.
Saltella guardinga la lepre al pascolo, che con un occhio sceglie l’erba e con l’altro osserva intorno;
scendono in strada i cinghiali, con le loro numerose famiglie, genitori irsuti con i loro piccoli vivaci;
fa la sua comparsa il lupo timido e solitario;
abbaia la volpe nelle notti di luna piena;
saltano, in lontananza, i caprioli leggeri e veloci come il vento.
Si odono, in lontananza, i cani guardiani che si mandano messaggi.
Cantano i galli nei pollai, con voce possente riecheggiano tra le valli e le montagne, come fossero i campanili della natura!
I campanili di Dio!
Le mucche, al pascolo, mangiano a volontà e poi, sazie, giacciono per ore a ruminare. Assorbite nell’immobilità, sembrano perdersi in immense e misteriose praterie di pace dove non passano cattivi pensieri né preoccupazioni.

Questo segreto è il paradiso delle mucche, lo stesso segreto che si offre, costantemente, a chiunque sappia coglierlo.
Su questo palcoscenico vive ancora qualche essere umano, qualcuno legato al filo sottile e invisibile delle leggi eterne, che non è stato rapito dai desideri della mondanità, qualcuno per cui il vizio peggiore è ancora qualcosa di prevedibile, un pettegolezzo, una parola volgare, o un bicchiere di vino.
Oltre queste umane debolezze, però, dimora una grande forza, un’alleanza con la natura dalla quale ricevono il nutrimento e, per la quale provano rispetto!
Una vita in cui c’è equità tra il dare e l’avere, una partita in cui si riconosce e si segue la superiorità della Legge naturale, dove l’ego, seppur presente, è limitato e contenuto e non può nuocere intensamente.
Con cuore felice, come avessi scoperto un diamante, sento che per gli esseri umani c’è ancora del carbone ardente sotto la cenere.
Rincuorato, torno ad osservare la festa di oggi, la fienagione!
Erba alta, rigogliosa, piena di fiori e foglie, fragrante di profumi, falciata nel momento più splendente della stagione, giace distesa sotto i raggi del sole che l’asciuga.
Seguendo un millenario rito, l’uomo del fieno passa, col suo rudimentale forcone, per arieggiarlo e, dopo pochi giorni, l’erba, disidratata adeguatamente, può essere prelevata dal campo.
Questa volta, per trasportare il nuovo fieno, usiamo il nostro trattore e il carrello.
Con un rastrello di antico e forte legno, indizio di una storia arcaica, l’uomo del fieno accarezza il terreno e riavvicina l’erba formando dei cordoni per facilitarne la raccolta.
Uno di noi innalza il forcone pieno di fragrante mescolanza di svariate erbe e la deposita sul carro trainato dal nostro trattore “Garuda”.
E così… abbiamo fatto una buona scorta di cibo per le nostre mucche. Questo grande covone, ora ricoperto con un telo, garantirà la riserva invernale.

Nel nostro cuore ci preoccupiamo del benessere dei nostri amici animali, che cerchiamo di trattare nel miglior modo possibile.
Alle nostre mucche garantiamo il meglio, rispettando una filiera cortissima, a km veramente zero, questo ci permettere una certa conoscenza e confidenza con la natura.
Ed ecco che è giunta l’estate! Giugno è finito e siamo già a luglio, il mese del sole e della libertà!
Ai bambini e alle maestre piace molto soprattutto perché la scuola è finita e sono già iniziate le mitiche vacanze estive!
….e per i nostri lettori grandi e piccini ci salutiamo con una
filastrocca dell’estate:
“Calda estate tutta d’oro, che cos’hai nel tuo tesoro?
Pesche, fragole, susine,
spighe, e spighe senza fine,
prati verdi e biondi fieni,
lampi, tuoni, arcobaleni,
giorni lunghi, notti belle colme di lucciole e stelle”
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Rompato
A cura del
Team l’orto lieto
musica di Fausto Ciotti
brano: Blu
CD: Cordes