Porcini, champignon, gallinacci, orecchioni, pioppini, chiodini …sono solo una piccola manciata tra le tante varietà di funghi che possono giungere al nostro palato e allietarci crudi, cotti, con sapori intensi o delicati.
Bando alla timidezza… andiamo a fare la loro conoscenza!
Forse non tutti conoscono i funghi micorrizici e quelli saprotrofi: al solo pronunciarli, la lingua si accartoccia, ma essi sono dei veri e propri “volontari” dei boschi, che nei boschi hanno la loro residenza al solo scopo di garantire l’equilibrio naturale.
Scopriamo perché:
I funghi micorrizici aiutano le piante ad assorbire una maggiore quantità di sostanze nutritive:
divenendo più forti produrranno una maggiore quantità di ossigeno, consumando, di conseguenza, una maggiore quantità di anidride carbonica.
I funghi saprotrofi, da parte loro, distruggono il materiale vegetale che si deposita quotidianamente sul terreno boschivo, decomponendo la cellulosa in acqua e anidride carbonica e…
il gioco è fatto: nuovo spazio sarà a disposizione per le piantine in crescita, pronte a rinnovare il popolamento arboreo.
Commestibili o non commestibili, poco importa, i funghi sono davvero indispensabili al bosco!
Attenti alla Legge
Non basta un voluminoso cestino in vimini, scarpe adatte e un occhio attento per andare alla ricerca dei funghi: bisogna munirsi di una valida e scrupolosa preparazione micologica, finalizzata al rilascio del permesso di raccolta funghi e, non meno importante, di un adeguato senso civico. Sembra banale, eppure spesso tutto ciò è mancato e cercatori di funghi si sono trasformati in saccheggiatori di boschi.
Regolamentare la raccolta dei funghi, in Italia, è diventato un imperativo e nel 1993 nasce una nuova Legge (la n.352 del 23 agosto) a tutela dell’equilibrio dell’ecosistema boschivo.
Alcuni dei punti salienti della normativa: viene introdotto un limite alla raccolta giornaliera di funghi, stabilendo che essa non può superare i 3 chili di peso per persona, e in alcune Regioni, si è deciso di ridurre ulteriormente tale quantitativo.
È vietata la raccolta di esemplari allo stato di ovolo chiuso della specie Amanita caesarea (ovolo buono).
È bandito l’uso di rastrelli e uncini, per i danni che provocano allo strato umifero e al micelio.
È stato definito che i funghi raccolti devono essere asportati in contenitori idonei: rigidi e aerati.
Vietato entrare ai sacchetti di plastica in quanto non consentono la diffusione delle spore fungine nel bosco.
La violazione delle norme non solo prevede la confisca dei funghi raccolti, ma anche pesanti sanzioni.
Sarà commestibile?
Nonostante l’adeguata preparazione, di cui sopra, può capitare, durante la ricerca del fungo perfetto di essere assaliti dal dubbio: “Sarà commestibile?”. Portare con sé un buon manuale con foto dettagliate che aiutino nel riconoscimento dei funghi potrebbe essere un valido aiuto, ma…attenzione: spesso la linea che separa un fungo commestibile da uno tossico è davvero sottile come il capello di un neonato. Meglio superare la pigrizia e andare fino in fondo: i tecnici degli ispettorati micologici, istituiti in ogni Provincia, saranno ben lieti di osservare i funghi raccolti e garantirvi (o meno) un pasto sereno e succulento.
Cosa indossare? Cosa portare con sé?
Se il bosco, meta della vostra ricerca, è isolato e non proprio agevole, chiamate una persona cara che possa condividere qualche ora con voi; portate il cellulare, ma usatelo solo in caso di necessità: i tanti animaletti presenti nel bosco ve ne saranno grati… in fondo state entrando a casa loro, gli ospiti siete voi.
Avete rinunciato alla palestra gioiosamente e non avete un fisico atletico? Non importa, basta essere semplicemente in buone condizioni.
Cosa indossare? In molti momenti della vita questa domanda torna insistente come la sveglia del mattino. In questo caso scegliere non è difficile: sarà preferibile indossare indumenti di colore neutro e omogeneo. Tutto ciò che è in materiale sintetico, in tela gommata, impedisce la traspirazione e inumidisce gli altri indumenti.
Per evitare che un temporale improvviso ci colga di sorpresa è bene avere sempre con sé un piccolo zaino contenente tra l’altro un cappello a larghe falde, un lungo impermeabile e pochi indumenti di ricambio. Se il vostro sguardo cade sul comodo ombrellino apri e chiudi velocemente, desistete: il telaio metallico potrebbe causare sgradevoli conseguenze in caso di caduta di fulmini.
Ed ora pensiamo ai piedi. La calzatura ideale è uno scarpone leggero in pelle, alto fin sopra la caviglia, che protegga da slogature, dai rovi e da morsi di serpenti.
Ci siamo…quasi!
Ma, non c’è cercatore di funghi senza il suo cesto!
Ricordate? Massimo 3 chili a persona! Dunque, non esageriamo con la grandezza: sarebbe un peso inutile; deve avere pareti piuttosto alte, struttura e manico robusti per servire anche da sostegno durante le arrampicate in boschi particolarmente impervi.
Nel cesto, un coltello. Un Sig. Coltello è quello specifico dei fungaioli, dotato di una robusta lama e di due spazzole da utilizzare per la pulizia sommaria dei funghi. In assenza di tale sciccheria, basterà anche un comune coltello tutto fare, presente in ogni campagna.
Il momento più propizio
È quello del: “Luna calante cesto abbondante?” o meglio seguire l’andamento climatico? Decidete voi! Se volete andare sul “sicuro” ricordate che la neve è come la calda copertina della nonna, ripara il terreno dalle gelate, dunque, le migliori annate saranno quelle caratterizzate da un inverno ricco di precipitazioni nevose. Ma anche quelle tipiche di una primavera e un’estate non siccitose seguite da un autunno con alternanza di giornate piovose e soleggiate.
Non manca anche la teoria degli appassionati di turno che trepidanti aspettano le mattine colme di… rugiada, per loro, è la promessa di un accattivante “bottino”.
Infine, se avete organizzato il tutto, ma il vento spira da giorni e continua a spirare, riponete tutto negli armadi e rimandate… il vento e i funghi, chissà perché, non hanno mai stretto amicizia.
Ora siamo davvero pronti… resta solo lo spazio per una citazione:
“Musica nel bosco. Un elfo suona il tamburo di un fungo”.